Qual è il meccanismo che muove i fili di una storia di successo, sia essa estesa, dilatata, parcellizzata? È lo stesso che si ritrova nella grande narrazione seriale televisiva: da L’amica geniale a The Young Pope fino a Game of Thrones, serie coprodotte o trasmesse da HBO che vantano una certa qualità letteraria e cinematografica. L’elemento condiviso sta nella progettualità del testo, che risponde almeno a tre mosse vincenti legate al lessico e alla morfologia narrativa: la fidelizzazione per il protagonista, l’iterazione delle storie e la frammentarietà.
Il “Ciclo dei vinti” di Giovanni Verga rappresenta, in tal senso, un caso esemplare: corpus letterario non portato a compimento, che ha inizio con I Malavoglia (1881), prosegue con Mastro don Gesualdo (1889), l’abbozzo de La duchessa di Leyra (1922) e i mai pubblicati L’onorevole Scipioni e L’uomo di lusso.
Si tratta di una epopea, vergata con una scrittura in qualche modo filmica e anticipatamente multimediale, affollata da personaggi che sono ormai entrati a far parte del nostro patrimonio mitico e incentrata sulla lotta per l’esistenza e il riscatto sociale. Verrebbe da pensare al disegno completo di un’odierna saga televisiva corredata da cinque lunghe stagioni.
I classici della letteratura hanno sempre fatto da sismografo delle passioni e delle emozioni umane, anticipando persino scenari futuri: quali proprio la narrazione episodica, interrotta e allungata in più quadri di una stessa galleria drammaturgica.
Balzac, Dumas, Verga o Collodi sono alcuni fra i grandi nomi che hanno anticipato il fenomeno delle grandi maratone – binge-watching – su Netflix: gli autori appena menzionati hanno “praticato” il romanzo d’appendice il feuilleton, a partire dai primi anni dell’Ottocento. A loro va il merito di risultare attuali e visionari per mezzo di un’architestualità che raggiunge ancora le nuove generazioni in modi e linguaggi alternativi; da qui la possibilità, per chi oggi nello specifico si avvicina ai capolavori verghiani, di ritrovare ad esempio il proprio ‘Ntoni in Lila o Lenù de L’amica geniale, oppure l’eroina Undici di Stranger Things salvata dal laboratorio in cui è tenuta prigioniera per via dei superpoteri e di una diversità non compresa: come pure in merito alla contrapposizione tra ricchezza e povertà o tra giovani e vecchi, le vicende de I Malavoglia potrebbero sovrapporsi a quelle della serie Succession, dei tre figli che ognuno a modo loro vogliono cambiare tutto per non mutare nulla.
Da qui la necessità di indagare la produzione verghiana da una specola inedita, creando una sorta di cortocircuito tra generi e scritture diverse, mettendo in tal modo a fuoco un autore sospeso tra il già e il non ancora.
Saranno presenti autorevoli relatori di importanti atenei italiani.
Destinatari: docenti e studenti delle scuole secondarie, studiosi e pubblico esteso.
Data l’incertezza ancora perdurante a causa della pandemia, il convegno potrà tenersi anche in modalità mista (in presenza e/o in remoto). In ogni caso sarà garantita la possibilità di collegarsi in streaming per seguire i lavori.
Ente propositore: Università degli studi di Enna “Kore”.
In collaborazione con: Atenei universitari italiani ed europei.